sabato 19 settembre 2009

3^: esordio perfetto per il West Marchilla

All’esordio assoluto in Mutropa Cup, il West Marchilla non tradisce le attese e mette una seria ipoteca sul passaggio del turno. L’Olympique Maverick può recriminare sulle tante occasioni fallite nel primo tempo, quando il vantaggio numerico imponeva il bisogno di rimpinguare il punteggio in vista della ripresa.
Sin dal fischio d’inizio, infatti, l’OM prendeva in mano il pallino del gioco, con un’accorta difesa a tre e Piter o Maverick fissi in avanti, con un altro uomo a far da cerniera tra i reparti. Ma per vedere il primo gol bisognava attendere quasi 10’, allorché Freddy, sganciatosi dalla difesa, s’incuneava per vie centrali e chiudeva in rete la sua percussione personale. Nonostante la supremazia territoriale, il raddoppio tardava ad arrivare: agli uomini di Maverick, capaci di tessere la loro trama fino alla tre-quarti avversaria, mancavano sempre o l’ultimo passaggio o una conclusione a rete degna di tale nome. Verso il 20’ era però Gianky Panky a portare i suoi sul 2-0 al termine di una convulsa azione in area di rigore. Era questa la molla che azionava la reazione dei padroni di casa, i quali aumentavano la loro pressione con verticalizzazioni improvvise ed azioni in velocità: nascevano così il 2-1, che portava la firma di capitan Marvellous, e il successivo pareggio di Gabillo. L’Olympique, vistosi annullare il vantaggio, reagiva con veemenza e si riportava avanti con Piter, che di rabbia superava Miko Mako da due passi: 3-2. Ma la rabbia abbassa la lucidità, e così i biancoazzurri si esponeva ad un pericolosissimo contropiede di Andrea The Barman che, sulla sinistra, costringeva Pablito all’uscita e poi serviva in mezzo dove Gabillo, in scivolata, trovava da due passi il palo a salvare la porta dell’OM. Il primo tempo terminava così sul 3-2 e Pablito poteva cambiare casacca, passando nelle fila del West Marchilla.

Come prevedibile, i padroni di casa impiegavano qualche minuto nel “digerire” il vantaggio numerico e il cambio di gioco che esso comportava. L’Olympique approfittava di questa fase avversaria di assestamento e colpiva in contropiede con Angelo che finalizzava uno scambio con Gianky Panky: 4-2. Ma il West Marchilla iniziava poco dopo a carburare: Andrea The Barman, ricevuta la sfera al centro, saltava con una veronica un avversario e scaricava in porta dal limite la palla del 4-3. A sparigliare la partita arrivava poi la doppietta di Pablito, che prima superava Gianky Panky con un destro dal limite verso il palo lungo, poi fulminava Freddy sul primo palo, resistendo ad Angelo e colpendo da posizione defilata sulla sinistra: 5-4. Messa finalmente la freccia, il West Marchilla sciorinava la trama di gioco dovuta: abbandonare i palloni lunghi a vantaggio di una manovra precisa e ragionata, con palla preferibilmente a terra e con lo scopo di far sfiancare gli avversari alla ricerca del pallone, facendo valere l’uomo in più. Fioccavano così le conclusioni a botta sicura da due passi e andavano in rete in rapida successione Miko Mako, Gabillo, Marvellous, ancora Miko Mako e ancora Marvellous: 10-4, mentre Vinicius si occupava del lavoro sporco senza ricevere encomi dal suo esigente capitano. La gara era virtualmente chiusa ma l’OM trovava un sussulto con Freddy, che sugli sviluppi di un calcio d’angolo, solo soletto, tagliava verso il centro area e di destro insaccava sotto il sette lontano dove Pablito non poteva arrivare. Nonostante il 10-5, la gara rimaneva viva: anche il Barman, terminato di dispensare comodi assist, firmava la propria doppietta, mentre Gabillo, diligente fino alla fine, con un piattone destro da fuori serviva il suo personale tris: 12-5. Sulle ali dell’entusiasmo il West Marchilla finiva con l’offrire il fianco alle ripartenze avversarie: Gianky Panky trovava così la sua seconda rete, ma anche un palo, una conclusione di poco a lato e una parata di Pablito su conclusione potente a botta sicura. L’ultima rete del match era il 13-6 di capitan Marvellous, che chiudeva così il suo poker personale prima del fischio finale. Poco dopo, tra i fumi dello spogliatoio, lo stesso Tomcat definiva misteriosamente “caffetteros” il suo compagno di squadra Miko Mako, riservandosi di svelare questo arcano nei prossimi giorni…

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